Caro Aghni,
come state?
Mentre
ascoltavo una tua lezione mi sono sorti dei quesiti che ti vorrei chiedere.
Spesso si parla di equanimità. Ma se una persona diventa equanime (ossia che
raggiunge un grado di elevazione abbastanza alto da far si che non preferisce
alcune cose piuttosto che altre), non smette allo stesso tempo di aspirare? Non
diventa vuota e senza energie vitali o scopi nella vita? Se egli non desidera
niente allora diventerà equanime ma anche apatico perché niente più lo tocca o
gli interessa. O ancor peggio segue il gioco delle suggestioni che spesso danno
dei vuoti o portano alla depressione. Non credo che l'obiettivo della
disciplina sia far diventare il discepolo depresso o completamente estraniato
dalla sua vita.
Quindi non
mi è chiaro come si fa a distinguere cosa dipende dal nostro "vero
io" ed invece cosa è legato ai moti esterni o alle suggestioni che
puntualmente si presentano. Come si fa a riconoscere la differenza? Come si fa
a capire per esempio se uno sport ti piace perché fa parte di te o se è invece
legato agli impulsi esterni? Come si fa poi a contrastare le suggestioni?
Ringrazio
come sempre per gli insegnamenti di vita che ci offri.
Aspetto le
altre lezioni quando potete.
Tanti saluti
a tutti
E.
Carissima,
Lei ha
dimenticato lo SCOPO e il fine ultimo che l'uomo porta in sé. Quello che tu
dici a riguardo della supposta apatia che coglierebbe tutti coloro che arrivano
a non avere preferenze è solamente la proiezione della ragione logica che non
può essere per nulla ispirata dalla verità che sta dietro al problema che tu
poni. Se fai un pò di silenzio nella tua testa vedrai che lo stato di
equanimità non sta nella pancia, non è una cosa che lo yogi ottiene a riguardo
del proprio vitale inferiore, da cui ovviamente non può che nascere stasi,
atonia, apatia. Colui che vince i propri desideri si eleva al di sopra di essi
e di che cosa vivrà dunque? Se veramente riesce a sollevarsi da questi bisogni
grossolani non è che la vita lo abbandona, anzi una Vita Superiore lo
incontrerà nelle altezze del suo essere e gli fornirà rinnovato ENTUSIASMO e
VOGLIA DI FARE, fare cosa? Agire per cosa? Medita un attimo. Che cosa potrà mai
stimolarci una volta che il desiderio non sia più il motore primo del nostro
animo?
Ogni essere
umano RAPPRESENTA un qualcosa di Eterno ed Infinito e segretamente porta in sé
una scintilla di questo, una piccola fiammella eterna e infinita che non si
spegne mai, che non vacilla e che SÀ che cosa fare, come farlo, dove farlo e
quando farlo.
Questa
scintilla è l'Anima. Migliaia di anime sono state precipitate nel nero
incosciente perché HANNO SCELTO l'esperienza della CADUTA e la conseguente
lenta EVOLUZIONE. Ogni animo sviluppa di vita in vita un'elemento psicologico,
emotivo, sentimentale, volitivo, che determinerà il carattere tipico e specifico
della personalità d'anima che noi chiamiamo PSICHICO. Lo Psichico evolve sempre
più attraverso gli strumenti della Manifestazione Universale, attraverso la
Mente, il Vitale e il Fisico Universali. Dopo parecchie vite si crea una
PERSONALITA' PSICHICA che esprimerà sempre più potentemente le Verità cosmiche
che soggiacciono agli universi poc'anzi descritti. Nella coscienza cosmica si
trova la Coscienza d'UNITA', cioè la Conoscenza che tutto è UNO, che ogni
manifestazione molteplice non deriva altro che dall'UNO. Lo psichico inizia a
guardare in alto e a salire sempre di più verso la fonte e l'origine della sua
fiamma fino a congiungersi col sole del Jiva, cioè il puro essere, il vero io
che manifesta l'Integrale verità dell'Eterno. Per farla breve si ha una
congiunzione fra l'Anima personale e l'Anima del tutto. A questo punto è il
TUTTO che prende in mano l'Evoluzione e l'Uomo inizia ad esprimere sempre di
più e meglio le qualità sopramentali, quali: l'Amore, la Bellezza, la Verità,
la Conoscenza, la Gioia, l'Equanimità, il Potere, la Gnosi Divina. Come noterai
lo Stato di EQUANIMITA' è un alto principio, realizzato il quale l'uomo trova
il dinamismo divino per il compimento integrale. Nello stato di equanimità non
ci sono più preferenze né volontà separate, personali, soggettive, né desideri,
nulla di egocentrico. Tutto viene vissuto in base a una Verità che ci spinge
all'azione con rinnovato vigore, entusiasmo, gioia della lotta e della
conquista. Tutto ciò che è inferiore viene abbracciato per essere convertito e
trasformato. Occorre naturalmente un Discernimento Spirituale che chiunque
realizza lo stato di Equanimità non può che avere perché è asceso, di grado in
grado ai piani superiori o alti della Coscienza. Nessuna suggestione, nessuna
resistenza, nessuna malattia potranno impedire il lavoro di trasformazione.
Anzi, lo Yogi sceglie di rinascere immediatamente per completare il Lavoro, non
ha più bisogno dei lunghi periodi del dopo-morte dove egli va a riposare per
assimilare la verità del proprio vissuto sul piano fisico-grossolano. Lo yogi
sceglie di continuare il Lavoro Divino addirittura da vecchio, prima di morire
preparando già in un nuovo nascituro il suo prossimo corpo.
Spero di
essere stato chiaro, ma se qualche passaggio ti rimane oscuro non esitare a
scrivermi.
Un sorrisoAghni
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