sabato 25 ottobre 2014

Dono di sè

Finché sentiamo il bisogno di farci accettare non siamo messi molto bene, di certo manchiamo di dono di sé.
                                                                                Aghni

domenica 31 agosto 2014

IL CORPO

Il corpo è molto meno difficile da organizzare del vitale. Ma la mente e il vitale, col loro carattere e il loro temperamento, cosa non fanno di questo povero schiavo che è il corpo! Dopo averlo maltrattato, forse rovinato ecco i due complici che dicono: "Che animale questo corpo, non vuol seguirci nel nostro movimento!" Sfortunatamente il corpo ubbidisce ciecamente ai suoi padroni, il vitale e la mente, senza alcun discernimento. La mente sopraggiunge con le proprie teorie: "Non devi mangiare questo, ti farà male, non devi far questo, non va bene"; per cui se la mente non è saggia né chiaroveggente, il povero corpo subisce le conseguenze degli ordini che riceve. per non parlare degli ordini che riceve dal vitale! La mente con i suoi principi rigidi e il vitale con i suoi eccessi, le sue esuberanze e le sue passioni fanno presto a  distruggere l'equilibrio del corpo e a creare uno stato di stanchezza, di esaurimento e di malattia.  
"Bisogna sottrarlo a questa tirannia e ciò può essere fatto soltanto tramite l'unione costante con il centro psichico dell'essere."  
                                                                                                                   da Yoga e Salute p. 176

sabato 30 agosto 2014

Coraggio!


Coraggio! Ascoltate la lezione che ogni mattina il sole che sorge porta con i suoi primi raggi alla terra.

E' una lezione di speranza, un messaggio di consolazione.

Voi che piangete, voi che soffrite, voi che temete senza osare prevedere la fine dei vostri mali, la soluzione dei vostri dolori, guardate: non vi è notte senza aurora e l'alba si prepara quando la notte è più fonda; non vi è nebbia che il sole non sciolga o nubi che non colori d'oro, o lacrima che non asciughi un giorno, non vi è temporale che il suo trionfale arcobaleno non irraggi, non vi è neve che non sciolga, né inverno che non muti in una radiosa primavera.

                                                                                                                                        Mère
 

L’EQUANIMITÀ


Caro Aghni,
come state?
Mentre ascoltavo una tua lezione mi sono sorti dei quesiti che ti vorrei chiedere. Spesso si parla di equanimità. Ma se una persona diventa equanime (ossia che raggiunge un grado di elevazione abbastanza alto da far si che non preferisce alcune cose piuttosto che altre), non smette allo stesso tempo di aspirare? Non diventa vuota e senza energie vitali o scopi nella vita? Se egli non desidera niente allora diventerà equanime ma anche apatico perché niente più lo tocca o gli interessa. O ancor peggio segue il gioco delle suggestioni che spesso danno dei vuoti o portano alla depressione. Non credo che l'obiettivo della disciplina sia far diventare il discepolo depresso o completamente estraniato dalla sua vita.
Quindi non mi è chiaro come si fa a distinguere cosa dipende dal nostro "vero io" ed invece cosa è legato ai moti esterni o alle suggestioni che puntualmente si presentano. Come si fa a riconoscere la differenza? Come si fa a capire per esempio se uno sport ti piace perché fa parte di te o se è invece legato agli impulsi esterni? Come si fa poi a contrastare le suggestioni?
Ringrazio come sempre per gli insegnamenti di vita che ci offri.
Aspetto le altre lezioni quando potete.
Tanti saluti a tutti
E.
Carissima,
Lei ha dimenticato lo SCOPO e il fine ultimo che l'uomo porta in sé. Quello che tu dici a riguardo della supposta apatia che coglierebbe tutti coloro che arrivano a non avere preferenze è solamente la proiezione della ragione logica che non può essere per nulla ispirata dalla verità che sta dietro al problema che tu poni. Se fai un pò di silenzio nella tua testa vedrai che lo stato di equanimità non sta nella pancia, non è una cosa che lo yogi ottiene a riguardo del proprio vitale inferiore, da cui ovviamente non può che nascere stasi, atonia, apatia. Colui che vince i propri desideri si eleva al di sopra di essi e di che cosa vivrà dunque? Se veramente riesce a sollevarsi da questi bisogni grossolani non è che la vita lo abbandona, anzi una Vita Superiore lo incontrerà nelle altezze del suo essere e gli fornirà rinnovato ENTUSIASMO e VOGLIA DI FARE, fare cosa? Agire per cosa? Medita un attimo. Che cosa potrà mai stimolarci una volta che il desiderio non sia più il motore primo del nostro animo?
Ogni essere umano RAPPRESENTA un qualcosa di Eterno ed Infinito e segretamente porta in sé una scintilla di questo, una piccola fiammella eterna e infinita che non si spegne mai, che non vacilla e che SÀ che cosa fare, come farlo, dove farlo e quando farlo.
Questa scintilla è l'Anima. Migliaia di anime sono state precipitate nel nero incosciente perché HANNO SCELTO l'esperienza della CADUTA e la conseguente lenta EVOLUZIONE. Ogni animo sviluppa di vita in vita un'elemento psicologico, emotivo, sentimentale, volitivo, che determinerà il carattere tipico e specifico della personalità d'anima che noi chiamiamo PSICHICO. Lo Psichico evolve sempre più attraverso gli strumenti della Manifestazione Universale, attraverso la Mente, il Vitale e il Fisico Universali. Dopo parecchie vite si crea una PERSONALITA' PSICHICA che esprimerà sempre più potentemente le Verità cosmiche che soggiacciono agli universi poc'anzi descritti. Nella coscienza cosmica si trova la Coscienza d'UNITA', cioè la Conoscenza che tutto è UNO, che ogni manifestazione molteplice non deriva altro che dall'UNO. Lo psichico inizia a guardare in alto e a salire sempre di più verso la fonte e l'origine della sua fiamma fino a congiungersi col sole del Jiva, cioè il puro essere, il vero io che manifesta l'Integrale verità dell'Eterno. Per farla breve si ha una congiunzione fra l'Anima personale e l'Anima del tutto. A questo punto è il TUTTO che prende in mano l'Evoluzione e l'Uomo inizia ad esprimere sempre di più e meglio le qualità sopramentali, quali: l'Amore, la Bellezza, la Verità, la Conoscenza, la Gioia, l'Equanimità, il Potere, la Gnosi Divina. Come noterai lo Stato di EQUANIMITA' è un alto principio, realizzato il quale l'uomo trova il dinamismo divino per il compimento integrale. Nello stato di equanimità non ci sono più preferenze né volontà separate, personali, soggettive, né desideri, nulla di egocentrico. Tutto viene vissuto in base a una Verità che ci spinge all'azione con rinnovato vigore, entusiasmo, gioia della lotta e della conquista. Tutto ciò che è inferiore viene abbracciato per essere convertito e trasformato. Occorre naturalmente un Discernimento Spirituale che chiunque realizza lo stato di Equanimità non può che avere perché è asceso, di grado in grado ai piani superiori o alti della Coscienza. Nessuna suggestione, nessuna resistenza, nessuna malattia potranno impedire il lavoro di trasformazione. Anzi, lo Yogi sceglie di rinascere immediatamente per completare il Lavoro, non ha più bisogno dei lunghi periodi del dopo-morte dove egli va a riposare per assimilare la verità del proprio vissuto sul piano fisico-grossolano. Lo yogi sceglie di continuare il Lavoro Divino addirittura da vecchio, prima di morire preparando già in un nuovo nascituro il suo prossimo corpo.

Spero di essere stato chiaro, ma se qualche passaggio ti rimane oscuro non esitare a scrivermi.
Un sorriso
Aghni

 

 

domenica 13 luglio 2014

CONTRASTI

Gli artisti dicono, e sentono, che sono le ombre che fanno le luci, che se non ci fossero i contrasti non potrebbero fare i dipinti. La stessa cosa per la musica: sono i contrasti tra i "forte" e i "piano" che rappresentano uno dei più grandi fascini della musica.
 
Ho conosciuto dei poeti che dicevano "E' l'odio dei miei nemici che mi fa apprezzare l'affetto degli amici".. Ed è la possibilità quasi inevitabile della malasorte che dà tutto il sapore alla fortuna, e così via. E il riposo, non è apprezzato che in contrasto con l'agitazione quotidiana, il silenzio a causa del rumore generale, e c'è persino chi dice: "Oh! E' perché ci sono le malattie che si ama la buona salute." Si arriva al punto di apprezzare qualcosa solo quando lo si è perso. E come Sri Aurobindo dice qui (nei Pensieri e Aforismi): quando non c' è questa febbre d'azione, di movimento, questa agitazione del pensare creativo, abbiamo l'impressione di cadere nell'inerzia. La maggior parte della gente teme il silenzio, la calma, la tranquillità. Non si sente più vivere quando non è agitata.
 
Ho visto dei casi in cui Sri Aurobindo aveva dato il silenzio a qualcuno, aveva fatto tacere la sua mente, e questa persona ritornava da lui con una specie di disperazione dicendogli: "Ma sono diventata stupida!" Perché il suo pensiero non era più in agitazione.
 
Ciò è tremendamente vero. Gli uomini vogliono la libertà, ma sono innamorati delle loro catene, e quando vogliamo liberarli, quando gli si vuole mostrare il cammino della vera liberazione, hanno paura, e persino protestano.
 
Quasi tutte le produzioni d'arte - letterarie, poetiche, artistiche - degli uomini, sono basate sulla violenza dei contrasti nella vita. Quando cerchiamo di toglierli dai loro drammi quotidiani, hanno veramente l'impressione che non sia artistico. Se volessero scrivere un libro o comporre un'opera teatrale dove non ci sia nessun contrasto, dove tutto sia armoniosamente puro e bello, dove non ci siano ombre nel dipinto, sarebbe probabilmente qualche cosa che potrebbe apparire molto piatto, molto monotono, senza vita, perché quello che l'uomo chiama "la vita", è il dramma della vita, è l'ansietà della vita, è la violenza dei contrasti. E forse, se non ci fosse più la morte, sarebbero
terribilmente stanchi di vivere.
 
30 gennaio 1957

mercoledì 12 febbraio 2014

INVOCAZIONE

Parlami
Signore

Toccami
Signore

Una tua parola
Signore

Una carezza
Un sostegno

Una sfida
Amichevole

Un amicizia
Speciale

Il compagno
Di gioco

L’amato
Di sempre

L’abbraccio
Di una madre

La stima
Di un Padre

Una sola di queste Grazie
Mi fa sentire amato.

giovedì 28 novembre 2013

Di qualunque altra cosa si può dubitare, ma il fatto che chi desidera solo il Divino, raggiungerà il Divino,è una certezza, più certa che due più due è uguale a quattro. Questa è la fede che ogni discepolo deve avere nella profondità del suo cuore, sostenendolo attraverso ogni caduta, ostacolo o difficoltà.
Sri Aurobindo